MA VENDETE LA FARINA DI COCCO???
Spesso ci capita di ricevere questa domanda…in questo video Silvia vi dà la risposta!
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Vi riproponiamo un articolo scritto dalla redazione di WETIPICO sulla nostra storia e quello che facciamo…
Il cuore bio delle Marche è fatto di persone, storie di coraggio e tanta passione….quanta verità in queste parole!!!
Ce ne vorrebbero tantissime di iniziative come quella del RISTOMERCATO NOSTRANO in tutta Italia.
Una cooperativa sociale di Jesi che cerca di aiutare le piccole aziende agricole del territorio che, con fatica e tanto sacrificio, credono nella loro etica e sostengono il loro progetto per offrire il vero biologico a coloro che cercano la genuinità in quello che mangiamo.
Un progetto iniziato 4 anni fa, che ha selezionato diversi produttori marchigiani, ognuno con la propria storia, accomunati dalle loro produzioni di eccellenza ed uniche nei settori di competenza.
Aziende che hanno creduto nella biodiversità e continuano a sostenere il proprio territorio, distinguendosi da tutto ciò che invece il mercato richiede alle grandi multinazionali dell’alimentare.
La caratteristica che rende unico questo Ristomercato è che è possibile mangiare (al momento o da asporto) tutto ciò che si trova in vendita all’interno della location, cucinato da bravissimi chef che mettono la loro passione, competenza ed esperienza nel valorizzare ogni singolo prodotto e trasformarlo in un piatto originale e gustosissimo.
Esiste un modo più semplice, veloce e diretto dell’assaggio per valutare la qualità di un prodotto?
Nojaltri non potevamo mancare!
Ci hanno cercato, abbiamo accolto il loro invito, ci siamo incontrati più volte per conoscerci a vicenda e parlare del progetto, e con estremo piacere abbiamo dato massima fiducia a questa nuova avventura.
Sono queste le iniziative di cui hanno bisogno piccole realtà come la nostra, impossibilitate da sole a competere in un mercato sempre più vasto e difficile da comprendere per il consumatore finale; l’unione fa la forza, in questo caso è proprio il caso di dirlo, abbiamo visto negli occhi degli altri produttori la stessa passione che ci lega alla nostra terra e ai nostri prodotti, siamo sicuri che nasceranno delle belle sinergie e collaborazioni nella nostra “squadra”.
Nel Ristomercato Nostrano non troverete solo degli ottimi prodotti, ma delle storie e dei progetti che ve li faranno apprezzare ancora di più.
Appuntamento a giovedì 10 settembre dalle ore 17 al Parco Commerciale Arcobaleno di Jesi, ne vedrete delle belle!!!
Oggi vogliamo farvi entrare virtualmente nel nostro pastificio!
Ogni fase del processo di produzione è fondamentale per la riuscita di un prodotto di qualità: ma cosa vuol dire, per noi, “qualità” nella pastificazione?
Qualità, prima di tutto, significa che il prodotto deve essere in grado di sprigionare gli aromi e i sapori del grano con cui è stato coltivato: come test iniziale, suggeriamo sempre ai nostri clienti di abbinare alla nostra pasta un condimento leggero, come un olio e parmigiano o un semplice sugo al pomodoro, per gustare nei vostri palati il sapore unico dei grani antichi.
Provate ad effettuare lo stesso test con una pasta industriale, vi accorgerete da soli della differenza…
In secondo luogo, la qualità di una pasta si associa alla sua tenuta alla cottura: alcune volte, soprattutto con la pasta di farro, può succedere che la pasta tenda a rompersi durante la cottura o la manipolazione nel piatto.
Le cause possono essere molteplici: la qualità della semola, il surriscaldamento o la quantità di acqua nell’impasto, la temperatura ambientale, il processo di essiccazione, il formato, etc.
Al termine di ogni processo produttivo, facciamo un semplice test: ci cuociamo un piatto di pasta!
Una parte lo scoliamo e lo lasciamo qualche minuto nel piatto, una parte la lasciamo volutamente cuocere 2-3 minuti in più, per verificare la sua capacità di rispondere alla tenuta in cottura: in base ai risultati ottenuti, cerchiamo di individuare gli eventuali problemi e le cause, e correggiamo il processo fino ad ottenere il prodotto voluto.
Come suggerimento generale, consigliamo di cuocere la nostra pasta in abbondante acqua, non toccarla nei primi 2 minuti, ed assaggiarla dopo 4-5 minuti, per poi scolarla in base al tipo di cottura preferito.
La pasta di farro, generalmente, cuoce in 5-7 minuti, quella di grano khorasan in 7-9 minuti: queste indicazioni, però, sono solo indicative, vi ricordiamo che si tratta di un prodotto artigianale, che va considerato come tale.
E se vi troverete 2 o 3 pezzi rotti nel piatto, nulla di grave, state mangiando un prodotto buono e genuino!
Il terzo elemento fondamentale per avere una pasta di qualità è la trafilatura in bronzo, tecnica tipicamente artigianale di produzione della pasta secca.
La trafilatura al bronzo permette alla superficie del prodotto finito di essere porosa e ruvida, caratteristica fondamentale per assorbire meglio e trattenere il condimento.
La trafilatura in teflon, utilizzata soprattutto nei pastifici industriali, dà come risultato finale un prodotto dalla superficie liscia e dall’aspetto lucido; queste tipologie di trafile sono più scorrevoli, assicurano una maggiore velocità di produzione e non hanno bisogno di semole di alta qualità.
L’essiccazione è un altro elemento molto importante per la riuscita di un prodotto di eccellenza: noi utilizziamo un processo di essiccazione lento e a bassa temperatura, un metodo antico che mantiene intatte le proprietà nutrizionali e organolettiche del grano.
Per ogni formato, il processo di essiccazione viene scelto con temperatura e durata differenti; in linea generale, la temperatura va dai 40 ai 45 gradi e la durata del processo di essiccazione va dalle 18 alle 36 ore.
Un’ultimo approfondimento va fatto per il processo di produzione delle nostre tagliatelle: quando l’impasto esce dalla trafila, viene tagliato e due persone, a mano, formano il “nido” (così si chiama la forma finale del prodotto) e lo ripongono sul telaio per la successiva essiccazione.
L’elemento più importante, però, siamo noi.
Gli strumenti più importanti che che ci dicono se un’impasto è troppo secco o umido, troppo caldo o freddo, se una penna o un fusillo sono di qualità, sono i nostri occhi e le nostre mani, nessun macchinario li potrà mai sostituire, ed è per questo motivo che seguiamo ogni fase del processo di pastificazione, dall’impasto iniziale al confezionamento finale.
Gli argomenti da trattare sarebbero tanti, ve ne abbiamo raccontati solo alcuni, ma sono necessari tanti dettagli ed accorgimenti per avere un prodotto di eccellenza.
Speriamo, però, che ora possiate capire cosa c’è dietro a quei 40 o 50 centesimi in più che pagate per ogni porzione, e che dopo aver letto questo articolo possiate dire…NE VALE LA PENA!!!
Ci avviciniamo al momento della trebbiatura, se pensiamo ai giorni delle semine, dopo tutto quello che è successo in questi mesi, ci sembra che sia passata una vita.
Tanti mesi in cui i nostri grani si sono trasformati da piccole foglioline verdi a spighe dorate, alte quanto noi.
Ci raccontava Rita, una signora che ha lavorato per questa azienda tanti anni, di quanto fosse bella la trebbiatura: una festa! I contadini sui campi e le donne a cucinare in casa per dar da mangiare ai lavoratori e a tutti quelli che venivano a festeggiare; si suonava la fisarmonica e si ballava fino a tarda sera!
La tradizione fortunatamente sta tornando sempre più viva, è importante conoscere e far conoscere antichi lavori manuali oggi compiuti con macchine a tecnologie avanzate.
Personalmente ho pochi ricordi di quei giorni, ero un bambino piccolo impegnato ad imparare ad andare in bicicletta e a curare il mio piccolo orticello: mi ricordo solo di questi grandi omoni che ogni tanto mi portavano a fare un giro sul trattore, pensare che oggi sono io a portare sul trattore i figli dei miei amici che ci vengono a trovare da Roma mi fa sorridere…
Un paio di giorni fa siamo andati a raccogliere qualche spiga sui campi, mentre alcune sembrano pronte, altre ancora devono finire il loro ciclo. Ambra ha assaggiato il chicco, “si sente la farina” dice lei!
E’ finita la quarantena, e una volta riaperti i confini regionali siamo tornati a Roma per andare a trovare i nostri congiunti.
Una nuova parola entrata ormai nel nostro linguaggio quotidiano, che fino al 3 giugno non abbiamo pronunciato spesso qui a Pergola. Tra i nostri più cari congiunti abbiamo letteralmente prelevato nonna Rosalba e il suo cagnolino, e li abbiamo portati qui con noi tra le splendide colline pergolesi. E siccome si era tanto riposata, quasi annoiata direi, in quarantena a casa da sola, stiamo studiando delle gustose ricette da farle preparare con i nostri prodotti che presto vi proporremo sui nostri canali social.
Lei è bravissima nella pasta fatta in casa e, ormai super esperta delle nostre farine, potrà aiutarvi ad utilizzarle nel miglior modo.
Perché, come dice lei, “ad ogni ricetta la sua farina”
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