Usiamo i nomi giusti senza inventare storie.

Nell’autunno 2018 abbiamo seminato il grano khorasan: quando lo abbiamo comunicato ai nostri amici, clienti e conoscenti ci hanno guardato tutti perplessi, poi abbiamo sostituito il nome in kamut e tutti ci hanno risposto: “Ah, si, il Kamut!”

Ma anche no invece!!!!

Che differenza c’è tra khorasan e kamut?

Il nome generico di grano Khorasan, deriva dal nome della regione iraniana di provenienza: Dario Bressanini racconta nel suo libro “Le bugie nel carrello”, la giusta origine di questo antichissimo grano, sfatando miti e leggende utilizzati come strategie nel mondo del  marketing.

La leggenda racconta che, subito dopo la seconda guerra mondiale, un pilota militare americano abbia trovato in un’antica tomba vicino a Dashare, in Egitto, una manciata di semi vecchi di quattromila anni; nel 1949 regalò trentasei chicchi a un amico, Earl Deadman, che li spedì a suo padre, un agricoltore del Montana; quei semi vennero piantati e, miracolosamente, trentadue di essi germinarono,  consentendo l’avvio di una piccola produzione.

Portato in giro per le fiere agricole del Montana negli anni Sessanta come curiosità, quel cereale con i suoi chicchi grandi (il doppio rispetto al frumento comune) venne soprannominato «grano del faraone Tut»; nel giro di poco tempo la novità scemò e quel grano venne dimenticato.

Nel 1977, i Quinn, una famiglia di agricoltori di Big Sandy nel Montana, recuperarono nello scantinato di un amico una scatola contenente quei semi, li seminarono e li moltiplicarono.

Nel 1987 Bob Quinn, il più giovane della famiglia, con un dottorato in patologia vegetale e una buona propensione per gli affari, decise di usare un nome egizio per dare un’identità riconoscibile a quel grano e commercializzarlo; consultando un dizionario dei geroglifici egizi nella biblioteca locale, accanto alla descrizione di grano e pane trovò la parola «kamut»: il 3 aprile 1989 Quinn registrò il nome Kamut e fondò la Kamut International.

Questo grano è stato descritto per la prima volta nella letteratura scientifica nel 1921, ma alcuni accenni si trovano già nel secolo precedente; pare che abbia avuto origine nella regione turca dell’Anatolia e sia stato coltivato, sebbene mai in modo intensivo, in zone marginali dell’Asia e dell’Africa settentrionale come l’Egitto, dove è ancora possibile trovarlo al mercato.

Da lì, probabilmente, una manciata di semi è finita nel Montana: non era quindi necessario vestire i panni di Indiana Jones e scavare nelle tombe egizie per scovare i semi del grano Khorasan: bastava andare al mercato, come probabilmente è successo; l’ipotesi più accreditata è che il Kamut sia una selezione relativamente moderna del grano orientale, e neppure la Kamut International spinge o diffonde più la storia del ritrovamento nella tomba, anche perché ormai non ce n’è più bisogno, data la popolarità ormai raggiunta da questo cereale.

Nel nostro piccolo, siamo orgogliosi e fieri di coltivare il Khorasan nelle meravigliose colline marchigiane.